Quando la coppia scoppia: le difficoltà relazionali

Introduzione

Quando ci troviamo in presenza di un problema relazionale, difficoltà che emergono nell’incontro di due mondi, la tipica situazione che si verifica è l’accumulo di accuse reciproche circa le mancanze reciproche. E’ come se si attribuisse esclusivamente all’altro la capacità di renderci felici, e quindi di conseguenza anche la colpa di non riuscire a farlo.

E a volte può essere arduo riuscire a sbloccare le difficoltà relazionali dall’interno della stessa relazione. Si tenta, ma si ricade negli stessi meccanismi disfunzionali.

Questo è il motivo per cui può essere utile ricorrere all’intervento di una terza parte, un esperto capace di aiutare la coppia a vedere quei comportamenti e quesgli atteggiamenti che fino a quel momento sono stati usati come tentate soluzioni del conflitto e che non hanno fatto altro che esacerbarlo. Con l’aiuto di un esperto, la coppia può imparare ad aver maggiore consapevolezza di sé stessa (e anche i singoli di sé stessi) e del progetto della loro relazione. Rendersi consapevoli dei propri bisogni e del modo corretto per esprimerli all’altro, può essere la prima via per appianare le difficoltà di relazione.

Inoltre giacchè come il teorico dell’Analisi Transazionale, Eric Berne (1972), insegna, le nostre relazioni con gli altri sono lo specchio delle nostre relazioni interne, sono il riflesso ovvero di come ci relazioniamo con noi stessi. Quindi il mettersi in discussione, e la possibilità di migliorare il rapporto con gli altri, sarà sicuramente l’occasione per fare una crescita anche personale.

“Quando tu non mi capisci”

La maggior parte dei problemi della coppia consiste in problemi di comunicazione. E se s’impara a comunicare nella coppia, sarà più facile comunicare con i figli, i genitori, i colleghi.

Il rimprovero più grande che i partner delle coppie in crisi si fanno reciprocamente è: “Non mi capisci”. Cosa accade, quindi?

Accade che chi “accusa” si pone in una posizione di impotenza, per cui “se tu non mi capisci, non ho via d’uscita”, mentre chi riceve l’accusa viene caricato della totale responsabilità di quel conflitto, di quel fraintendimento. Chi si sente attaccato, da una iniziale posizione di Vittima, passa facilmente nella opposta posizione di Persecutore: e il conflitto non ha mai fine, con il continuo scambio di ruoli nel cosiddetto Triangolo Drammatico (Karpman, 1968).

Accade spesso nelle relazioni in cui esiste una certa confidenza ed intimità, che si sviluppino delle aspettative: ci aspettiamo che gli altri soddisfino i nostri bisogni e ci si dimentica, invece dei bisogni degli altri. L’esigenza di riprendere a considerare anche l’altro, con il suo mondo ed i suoi bisogni è uno degli assunti di quell’approccio comunicativo che sta a metà strada tra uno stile passivo ed uno aggressivo, ovvero l’assertività. Nei training che educano all’assertività si richiama la necessità di porsi in un atteggiamento di ascolto e di comprensione verso l’atro, proprio per evitare conflitti improduttivi.

Capiamo bene come uscire dalle difficoltà relazionali richiede impegno, non solo di entrambi i partner nella costruzione di un comune “oggetto” relazionale, ma anche di ciascuno nel modificare atteggiamenti poco funzionali ad una relazione serena.

Sir Francis Bacon ci ammoniva che: “Le cose tendono a cambiare in peggio, quando non vengono cambiate volontariamente per il meglio”.

Perciò, ogni relazione dovrebbe essere considerata alla stregua di una pianta delicata, che dev’essere curata e coltivata di continuo per svilupparsi al meglio. E nella relazione, ciò si traduce nello sviluppare ed affinare le proprie abilità comunicative.

La comunicazione nella coppia, e non solo…

Per un maggiore approfondimento sulla comunicazione, vi rimando al mio articolo “Né istrice, né zerbino: essere sè stessi mantenendo relazioni costruttive”, sull’assertività.

Comunicare in modo efficace, all’interno della relazione significa due cose:

  1. riuscire a esprimere i propri bisogni, desideri ed emozioni in modo da risultare comprensibile e accettabile per l’altro, attraverso le proprie parole e il proprio comportamento;
  2. comprendere i bisogni, i desideri e le emozioni dell’altro attraverso le sue parole e il suo comportamento.

Se ci si abitua a vedere le cose da prospettive diverse, anche il linguaggio, ci si allena all’elasticità mentale. Se ci si esercita ad assumere un atteggiamento morbido nei confronti del nostro partner, si forma la capacità di tenere a bada le nostre reazioni impulsive. 

Essere in sintonia con gli altri; saper chiedere quello di cui abbiamo bisogno; esprimere le proprie emozioni; non farci violare da un interlocutore aggressivo ma saper reagire in modo vincente: conquistare tutte queste abilità non è facile ma non è nemmeno impossibile.