Somatizzare: quando il corpo parla al posto nostro

Numerose ricerche scientifiche hanno ormai stabilito che esiste una stretta correlazione tra mente e corpo, tanto che le due essenze di cui siamo fatti sono in grado di influenzarsi reciprocamente, al punto che a volte è difficile capire se l’origine di un certo malessere sia organica o psicologica. 

Può accadere quindi che per un continuo mal di stomaco, mal di testa, una strana tachicardia, un persistente prurito sulla pelle o una sensazione cronica di stanchezza ci si senta rispondere dal medico: “…da un punto di vista medico, lei non ha nulla, si tratta di stress”.

In questi casi si dice che si sta somatizzando, ovvero si sta traducendo nel soma, in un sintomo corporeo, un disagio ed un malessere di tipo psichico, emotivo.

Ma perchè ciò accade?

Il nostro corpo, sia a livello antropologico che a livello di sviluppo evolutivo, è il primo generatore di linguaggio. Certi animali comunicano o si difendono modificando l’aspetto e le funzioni del loro corpo. I neonati, non ancora forniti dell’abilità di relazionarsi ed esprimere le loro esigenze con il linguaggio, lo fanno con il corpo. Allo stesso modo il nostro corpo scrive su se stesso parole cifrate che parlano di un malessere, che si vive, consapevolmente o inconsapevolmente, a livello emotivo, ma che non trova una via di espressione nel pensiero, nelle parole e nella consapevolezza. Per questo trova la sua via di uscita, e di significazione, nel corpo. 
Il sintomo psicosomatico, quindi permette di dare espressione a un disagio, che non riesce a trovare altre vie per emergere.

Come mai un disagio emotivo si trova costretto a non trovare altra via che farci soffrire fisicamente?

Ci sono persone che tendenzialmente reagiscono a quasi tutte le situazioni che suscitano emozioni forti (collera, angoscia per esempio) con sintomi corporei. Alla base di ciò c’è una difficoltà peculiare dei pazienti psicosomatici di entrare in rapporto con la propria dimensione affettiva. Quindi il dolore psichico e il conflitto mentale legati ad una fonte di stress interna o esterna, invece di essere accolti, riconosciuti ed elaborati al livello del pensiero verbale, vengono espressi attraverso un sintomo corporeo, “scaricati” nel corpo, al fine di disperdere in modo immediato l’ammontare di affetto, intollerabile, ingestibile o che non ci si dà il permesso di pensare.

Somatizzare può essere vista anche come una forma di difesa contro il prendere coscienza di quell’affetto e del conflitto sottostante, ma alla lunga si hanno costi molto elevati per la salute o il funzionamento sociale.
A cosa serve chiedere aiuto psicologico per un disturbo psicosomatico?

Chi si rivolge ad uno psicologo psicoterapeuta per ricevere aiuto a proposito di una problematica psicosomatica può scoprire come il sintomo possa aprire a tutto un mondo di simboli e di significati. Quando la persona, attraverso il lavoro terapeutico, si sente più capace di affrontare le sue emozioni e di gestirle in modo più funzionale, le somatizzazioni diminuiscono e l’esperienza psicologica di se stessi e della propria vita si arricchiscono.