Adolescenza, tra richiesta di limiti ed indipendenza

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Lessi un giorno un articolo in cui si utilizzava un vecchio proverbio irlandese per descrivere, attraverso una immagine molto suggestiva, cosa sia l’adolescenza.

“Nella nostra terra tutte le stagioni si susseguono in un giorno solo: puoi bagnarti di pioggia al mattino e, la sera vedere il più limpido dei tramonti”.


In tempi brevi, che si susseguono a cicli ripetitivi, proprio come suggerisce questo proverbio, gli adolescenti sperimentano l’alternarsi di diversi stati d’animo, spesso in contraddizione tra loro e che li inducono ad avere, di conseguenza, anche comportamenti ed atteggiamenti opposti, ambivalenti. Questa altalena di emozioni e reazioni ha ovviamente una base biologica nei tanti cambiamenti fisici e ormonali che gli adolescenti vivono nel giro di pochi anni. 

Gli adolescenti sono come diamanti grezzi in cerca di definizione, ed è proprio questa alternanza di stati d’animo che permette loro di sperimentarsi e trovare la loro identità. Questo processo non sempre è privo di contraccolpi, di difficoltà, anche per i genitori stessi: a volte può rendersi utile all’adolescente un supporto psicologico per dar nome e forma a tutto ciò che accade dentro di sé. 

Al genitore spetta il ruolo fondamentale di guida sicura, presente ma discreta, né permissiva né autoritaria, ma autorevole.

Nelle loro scelte gli adolescenti, alla ricerca di una loro autonomia, compiono spesso scelte in antitesi a quelle dei genitori. A volte, purtroppo, è per scegliere in antitesi ai genitori, e per una ricerca eccessiva di autonomia e d’indipendenza che si compiono scelte sbagliate. Le forti emozioni che provano fanno loro avvertire il desiderio di esprimerle anche attraverso atteggiamenti ribelli, senza la ragionevolezza, a volte ipocrita, degli adulti. 

Per tutti gli anni critici dell’adolescenza, i ragazzi sembrano fare orecchio da mercante alle raccomandazioni premurose dei loro genitori. Ma nonostante tutto, in essi è presente un fortissimo desiderio di sentire qualcosa che li rassicuri sull’amore di mamma e papà. 

Emblematico è un esempio, letto in un libro, di una piccola di 5 anni, che si manteneva faticosamente in bilico camminando sulla sommità di un muretto che recintava un’ aiuola. Quando la sua mamma comparve, le disse: “Fai attenzione a non cadere sui fiori!”. La piccola al che ribattè: “Ti preoccupi per me o per i fiori?”. Bene, il Bambino di 5 anni che è presente nell’adolescente chiede la stessa cosa, solo che non si serve di tante parole, anzi, spesso usa gli agiti. I genitori che, negli anni dell’adolescenza, sono ricettivi a questa richiesta taciuta e riescono a dimostrare che “sei tu che mi premi”, saranno quella guida forte e presente che li traghetterà nella vita adulta.

E se a 5 anni occorreva togliere di mano al piccolo un oggetto pericoloso con cui stava giocando, a 14 anni sarà possibile iniziare a fare appello anche alla capacità di discernere dell’adolescente, dato che il genitore assumerà la funzione di fargli conoscere i valori, i dati di fatto, il senso della propria dignità e l’importanza delle persone, in primis sé stessi.